Home / Dolcevita  / Ristoranti  / Osterie d’Italia 2025, Undici chiocciole per la Sardegna

Osterie d’Italia 2025, Undici chiocciole per la Sardegna

Sono 324 i locali premiati da Slow Food. Una guida imperdibile per chi vuole conoscere la vera gastronomia regionale

È stata appena pubblicata la trentacinquesima edizione di Osterie d’Italia. Una guida, redatta da Slow Food, che racconta la vera ristorazione italiana nel segno dell’autenticità e della qualità. Sono scesi in campo più di 250 collaboratori sparsi in tutta Italia per scrivere un volume ricco di contenuti.

La guida

Sono 1917 i locali segnalati nell’edizione 2025. Non solo osterie, ristoranti, ed enoteche con cucina e agriturismi. Quest’anno tra le novità c’è una sezione chiamata Locali Quotidiani, che mette insieme tutte le tipologie ristorative alternative: pastifici, pub, enoteche e gastronomie. Un spazio dove emergono tutte le caratteristiche legate al territorio, dalla selezione di materie prime a un particolare stile di accoglienza attento alla convivialità. Tutto questo rientra a tutti gli effetti nell’idea di osteria così come raccontata da Osterie d’Italia, che per questa edizione ha inserito 66 i locali sardi nella guida, 15 in più rispetto allo scorso anno.

Undici hanno ottenuto la Chiocciola, il massimo riconoscimento di questo volume. ChiaroScuro e Transumanza (ristoranti con sede a Cagliari); Da Andrea al Cavallera (nell’isola di San Pietro); Il Vecchio Mulino (con sede a Sassari), sono le grandi novità di questa guida. Mantengono il sigillo La Locanda dei Buoni e Cattivi (Cagliari); Su Recreu (Ittiri); Abbamele (Mamoiada); Il Rifugio (Nuoro); Letizia (Nuxis); Ada (San Sperate); La Rosa dei Venti (Sennariolo). Menzione speciale per Babeuf, inserita nel nuovo inserto di Locali Quotidiani.

«Il futuro è anche qui, in osteria, dove ostesse, osti, cuoche e cuochi e il preziosissimo personale di sala esprimono non solo un’altra idea di ristorazione, ma di mondo» ha detto Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia. «Un’idea di mondo in cui si governa il cambiamento nel quotidiano con le scelte su approvvigionamento, stagionalità, filiera corta, su una ricerca in cucina non leziosa, sulle condizioni di lavoro dei collaboratori, sul modo di accogliere e far sentire gli ospiti a casa. Così come anche adottando pratiche che riducono lo spreco, rifiutano l’usa e getta, valorizzano gli scarti e i cibi cosiddetti umili. Scelte che educano a tavola e in cucina. Ci dimostrano orgogliosamente, ogni giorno, che il convivio è bellezza. E dove c’è bellezza si vive meglio».

Riccardo Lo Re

[aps-counter]