Le Domus de Janas in corsa verso l’Unesco
La decisione del Comitato dell'Organizzazione delle Nazioni Unite dovrebbe arrivare verso l’estate

È partito il conto alla rovescia per il riconoscimento delle Domus de Janas a Patrimonio mondiale dell’umanità. Da quando nel 2021 sono ufficialmente entrate nella tentative list, è cominciato un lungo percorso che ha visto la Regione Sardegna e diverse amministrazioni comunali in prima linea.
La decisione dovrebbe arrivare durante l’estate. La commissione nazionale Unesco ha accolto la proposta di candidatura delle Domus de janas nel mese di febbraio. Un primo grande obiettivo per le case delle fate che possono davvero sognare in grande. Il comitato promotore ha il pieno supporto del Cesim – Centro Studi Identità e Memoria, e il sostegno di 60 amministrazioni della Rete dei comuni delle Domus de janas. Una squadra forte e coesa che ha deciso di puntare sul loro valore storico per trasformare l’isola in una delle più importanti mete turistiche internazionali
La storia
Le Domus de Janas sono diffuse in tutta la Sardegna. Sono delle tombe preistoriche scolpite nella roccia che testimoniano una delle epoche più interessanti della civiltà nuragica. Sono dei monumenti straordinari risalenti al Neolitico e che sono stati adoperati fino all’età del Bronzo antico (4400-2000 a.C.). Fino ad ora si è riusciti a documentare la presenza di circa 3500 tombe, anche se gli archeologi ritengono che ce ne siano altre ancora da scoprire. Ciò che è davvero significativo di queste tombe è come l’arte e l’architettura siano in grado di raccontare un preciso momento storico dell’isola.
Sono 35 i siti che fanno parte della proposta. Monumenti sparsi per tutta la Regione da Alghero a Sassari. Non ci sono solo ,e Domus de Janas. La candidatura include altri importanti siti della Sardegna prenuragica, tra cui la Necropoli di Li Muri a Arzachena, Il villaggio fortificato di Monte Baranta a Olmedo, L’altare preistorico di Monte d’Accoddi a Sassari, e il dolmen di Sa Coveccada a Mores, e le officine litiche di lavorazione dell’ossidiana di Pau.
Riccardo Lo Re
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