Divinae, la mostra personale dell’artista Elio Ticca
Il 27 febbraio si terrà l’inaugurazione dell’esposizione a cura di Roberta Vanali. Un viaggio nel cuore della produzione dell’autore

Si svolgerà il 27 febbraio alle ore 18 nella sede del Temporary Storing di Cagliari una mostra tanto attesa come quella dell’artista Elio Ticca. Divinae, promossa dalla Fondazione Bartoli e curata da Roberta Vanali, è un viaggio alla scoperta della visione autentica e originale dell’autore a che lavora con la pittura, la scultura e l’installazione.
Come si vedrà nella mostra Ticca adotta una visione contemporanea spesso nostalgica, influenzata da sentimenti di perdita e solitudine, ricercando un nuovo lirismo a cavallo tra surrealismo, simbolismo e realismo speculativo. «Come un viaggiatore inglese del Gran Tour sedotto dal fascino dell’antico e della sua decadenza al pari di Piranesi, l’artista dà vita a scene dove l’architettura diventa palcoscenico della sublimazione del corpo maschile. – ha commentato Roberta Vanali – Corpi atletici, nerboruti e vigorosi rasentano la perfezione muovendosi tra le rovine di Villa Adriana e delle Terme di Caracalla. E quando oggetti d’uso quotidiano gravitano tra i corpi nudi di Cupido e San Sebastiano la forza espressiva della composizione si focalizza sulla tensione muscolare, così come avviene nel torso nudo con serpente, trasfigurato in strumento ginnico, memore del Lacoonte dei Musei Vaticani, o nel dio dell’amore intento a scagliare con forza la sua freccia».
Il risultato, le sue opere sono ibridazioni tra passato e distopie futuribili, ruoli di genere e identità queer, innovazione e tradizione, esotismo ed esoterismo. «Quelle di Elio Ticca sono figure archetipiche che individuano una presa di coscienza più intima del sé poiché la pittura per l’artista è autoriflessione e pratica spirituale. È autoterapia e cura dello spirito. La pittura è traduzione di emozioni attraverso forme e colori, è studio della luce, è specchio del pittore, e anche specchio degli altri; è una rivolta contro la vita, ma è anche meditazione sulla vita», continua Vanali.
Nelle sue produzioni sono presenti dei chiari richiami agli stili dell’arte del passato, dal classicismo rinascimentale di Botticelli al Neoclassicismo di David, dalla pittura tonale del Veronese alla sensualità dei corpi di Jenny Saville. Nelle opere di Elio Ticca si vedono anche i tratti tipici del Realismo Magico di Donghi e Balthus e del Surrealismo di Magritte e Marx Ernst passando per la fotografia erotica di Mapplethorpe. «La grammatica stilistica dell’artista racchiude questo e altro ma è soprattutto il riflesso di quell’atmosfera tutta nord europea. Di quella luce bianca che tanto si discosta da quella nostrana avvolgente e calda. È il sole freddo del nord che da un decennio fa da sfondo alle giornate dell’artista dominando sulla pittura».
Tra scene sportive e mitologia greco-romana su fondali di antiche rovine «l’elemento ricorrente è individuato nell’acqua», conclude la curatrice che elogia la versatilità dell’artista passando da serie di opere a olio su lino e legno a quelle ad acrilico su carta. «La minuzia dei particolari e la loro accurata definizione, la precisione della linea e il sapiente intreccio compositivo. Tutto concorre a catturare l’attenzione dell’osservatore attratto dalla maestria di questo eclettico artista che si interroga ancora su come trovare l’Arcadia perduta».
Riccardo Lo Re
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